LA RICERCA SI È CONCENTRATA NELLA ZONA DEL MAUSOLEO DELL’AGA KHAN
LO SCAVO ARCHEOLOGICO
Lo scavo
EIMAWA 2018/2019 nasce da un intervento di scavo di emergenza in seguito alla segnalazione di possibili scavi clandestini nella zona. Per fermare sul nascere questi episodi, il Ministero delle Antichità egiziano, particolarmente attento alla tutela dei beni archeologici, ha avviato una campagna di scavi regolari coinvolgendo l’Università di Milano in un’attività di ricognizione, monitoraggio, scavo e istituzione di un servizio di guardiania della necropoli.
La ricerca si è concentrata nella zona del Mausoleo dell’Aga Khan e in particolare sulla porzione a nord del recinto del Mausoleo dove sono ben visibili un fronte di tombe rupestri e in alto sul pianoro una concentrazione di tombe ipogee. L’area indagata nel 2019 è di circa 20.000 metri quadrati, ma l’estensione della necropoli nel suo complesso è probabilmente di circa 100.000 metri quadrati.
La ricognizione effettuata con una stazione totale e alcune immagini satellitari permesso di realizzare in una sola campagna una mappatura di circa 300 tombe.
Nella missione 2019 è stata anche scavata una di queste tombe (AGH 026) che ha restituito 35 mummie e indizi di un utilizzo su un ampio arco temporale: dall’inizio dell’Età Tolemaica (III sec. a.C.) all’inizio dell’Età Romana (I-II sec. d.C.), questi termini cronologici si ampliano in entrambe le direzioni per quanto riguarda il contesto della necropoli nel suo complesso.
Nella tomba AGH026, riaperta in antico in momenti successivi, sia per probabile riutilizzo sia per saccheggio, sono stati recuperati numerosi reperti archeologici di grande interesse per la ricostruzione della vita di questo periodo nevralgico nello sviluppo dei rapporti fra l’Egitto greco-romano e l’Africa occidentale e sub-sahariana. Di questa fase storica fino ad oggi non era nota la necropoli: EIMAWA ha quindi trovato l’anello mancante.

Nella tomba AGH026 è stata rinvenuta una lunga iscrizione geroglifica, che si trovava sul letto funerario di uno dei defunti deposti nella tomba, di nome Pamerih, capo delle truppe di Aswan, completa di riferimenti alla famiglia del personaggio e alle loro professioni. La tomba ha restituito moltissimi elementi del corredo funerario pertinenti a tutte le fasi di frequentazione: una ricchissima serie di cartonnage dai colori vivaci, che in origine ricoprivano le mummie, statuette lignee, ceramiche, legni stuccati e dipinti e molto altro ancora. Questi materiali e tre mummie sono stati portati nel deposito del Ministero delle Antichità ad Aswan, il resto delle mummie è stato per ora lasciato nella tomba che è stata messa in sicurezza tramite una porta di ferro. Grazie all’utilizzo di tecniche geomatiche è già stato possibile realizzare alcune restituzioni 3D sia della struttura architettonica della tomba sia di alcuni reperti significativi. La prossima Missione approfondirà le ricerche.
EIMAWA 2019/2020 la nuova campagna è cominciata con una fase di studio e restauro e speriamo nonostante l’emergenza COVID 19 di poter proseguire presto con le analisi antropologiche previste dal MIASWAN PROJECT